INTERVISTA AD ANTONELLA DI TONNO, TENUTA VINICOLA TALAMONTE
Come nasce il suo rapporto con ITS?
Il mio rapporto con ITS nasce tramite la lettura di un Feed di Abruzzo Sviluppo avente ad oggetto l’incontro tra formazione, istruzione e lavoro messo egregiamente a sistema dal vostro istituto tecnico. La nostra azienda crede profondamente nell’innovazione tecnologica e nel contributo che le nuove generazioni possono fornire allo sviluppo di una cultura aziendale che ponga l’uomo al centro.
Come funzionano i processi produttivi e in che modo le tecnologie hanno avuto un effetto su di essi?
La Tenuta Talamonti è un’azienda che opera in un campo, la vitivinicoltura, di origine antichissima e molto legato alla tradizione ed al lavoro manuale. Ciò nonostante noi abbiamo fin da subito creduto che investire in tecnologia significhi produrre in maniera più sostenibile e rispettosa per l’uomo e l’ambiente oltre che migliorare la qualità, la salubrità e la shelf-life dei nostri vini. Relativamente ai nostri processi produttivi, sintetizzo i punti salienti.
La Tenuta Talamonti sta implementando strumenti di agricoltura di precisione in chiave 4.0 nei propri vigneti (telemetria sui mezzi, centraline meteo, sensori bagnatura fogliare, irrigazione 4.0) che ci consentiranno di ottimizzare i processi e fare interventi tempestivi e mirate alle esigenze della singola unità vitata.
La nostra azienda ha inoltre investito in una linea di confezionamento automatica dotata di numerosi PLC interconnessi alla rete aziendale che entro il primo semestre 2022 diverranno a tutti gli effetti parte del MES di fabbrica.
Queste innovazioni ci permetteranno di porre le basi per lavorare con sistemi di business intelligence mirati ad azzerare le non conformità di processo e di prodotto, garantendo la tracciabilità alla singola bottiglia di vino commercializzata e ponendo le basi per simulare la pianificazione della produzione che tenga conto delle caratteristiche multiformi del nostro mercato.
La Talamonti esporta in oltre 60 paesi nel mondo, dovendo quindi adattare parte del packaging (chiusure, cartoni, etichettature legali, identificativi pallet) ai singoli paesi di destinazione e sviluppando oltre 400 varianti di confezionamento delle proprie linee.
E’ in cantiere inoltre un progetto di ricerca e sviluppo con una società esperta in automazione (ro.ger.pro) al fine di automatizzare e digitalizzare anche parte del processo di vinificazione (trasformazione uve in vino) entro il 2022.
Qual è il percorso che ha portato la vostra tenuta Vinicola Talamonti ad essere riconosciuta a livello internazionale ?
La nostra grande forza risiede nel nostro team. Un’azienda di giovani talenti, curiosi e dediti al lavoro ed al miglioramento continuo. Una ulteriore ricchezza consiste nella grande diversità e complementarietà delle anime che compongono nostra squadra; solo relativamente all’area commerciale vantiamo un area manager che risiede a Londra e che si occupa dell’Europa, un area manager che risiede in Thailandia e che si occupa dell’Asia, un area manager che risiede in Colombia e che si occupa del Sud America e mio marito, socio e Direttore Commerciale di nazionalità americana che completa con Italia e Nord America (Canada e USA);
In questo modo possiamo quindi dialogare fluentemente con i nostri clienti in sei differenti lingue (Inglese, Francese, Thai, Spagnolo, Portoghese, Italiano)
Siamo veloci nel prendere le decisioni e nel trovare ed implementare soluzioni ai problemi che si presentano e mettiamo sempre al centro le esigenze del cliente.
Sappiamo che un diplomato ITS, Mattia Palmese, lavora come manutentore presso la vostra azienda. Quali caratteristiche vi hanno colpito dello studente ITS?
Mattia mi ha da subito colpito per la sua grande umiltà e la sua etica del lavoro, per il modo professionale di porsi nei miei riguardi nonostante la sua giovane età.
Nel colloquio è inoltre emersa una cultura aziendale già sedimentata, probabilmente trasferitagli dalla famiglia ma per nulla scontata. La mia intuizione è stata giusta. Mattia ha lavorato duramente per mesi, affrontando tutti i problemi del collaudo di una linea nuova di zecca e dovendo occuparsi di una parte delle macchine più ostiche e strategiche di processo; il monoblocco di asciugatura/etichettatura e lo scanner di controllo 3D.
Non si è mai sottratto, ha sempre dato la sua piena disponibilità mantenendo quel sorriso, ironia e buonumore che lo contraddistinguono prestandosi anche a svolgere mansioni operative ed in reparti diversi nei momenti di crisi da pandemia. La mia soddisfazione più grande è ascoltare i miei ragazzi cantare a squarciagola (sono decisamente stonati) mentre lavorano (il mio ufficio è sopra il locale produzione e quindi sono sempre sintonizzata 😉).
Intervista di Stefano Di Prinzio, Mario Ianni, Costantino Memmo, Lorenzo Del Bello